Dazi Usa sui farmaci: che cosa succederà in Italia?
Il nuovo accordo sui dazi commerciali tra Usa e Ue anche per la farmaceutica preoccupa gli italiani. Che cosa succederà? Aumenteranno i prezzi dei farmaci?
Nonostante l’Italia sia uno dei principali esportatori di farmaci verso gli Stati Uniti (con circa 10 miliardi di euro nel 2024), l’introduzione di un dazio del 15% non comporterà nel breve termine un aumento diretto dei prezzi in Italia. Questo per un motivo molto semplice: i prezzi dei farmaci in Italia non sono lasciati al libero mercato, ma sono negoziati dallo Stato (farmaci di fascia A e H) o normati da leggi ad hoc (farmaci fascia C con ricetta) che ne impediscono l’aumento indiscriminato. Vediamo caso per caso.
Si tratta dei farmaci essenziali per malattie acute e croniche (dagli antibiotici, ai farmaci per la pressione, il diabete, ecc.), che il Servizio sanitario nazionale fornisce ai cittadini attraverso le farmacie sul territorio, dietro ricetta Ssn e pagamento di un ticket (quando e dove previsto, a seconda dei diversi regolamenti regionali). Il loro prezzo è stabilito tramite negoziazioni tra aziende e Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco. L’accordo sul prezzo si basa su valutazioni di costo-efficacia, impatto sulla spesa pubblica e alternative terapeutiche. Il prezzo, una volta definito, rimane di solito stabile per anni, salvo revisione motivata da valide ragioni. In nessun caso può subire aumenti improvvisi o sregolati. È quindi improbabile che il dazio americano comporti nel breve termine un aumento della spesa per farmaci da parte dello Stato italiano. Potrebbe però succedere in futuro, nel caso in cui l’imposizione di dazi molto forti a Paesi (come Cina e India) che producono le materie prime utili alla produzione dei farmaci a livello globale (dalle sostanze chimiche – principi attivi ed eccipienti – ai materiali per il confezionamento) o a Paesi che esportano molti farmaci (come l’Italia) si ripercuota alla fine a livello globale, andando ad aumentare il costo dei farmaci anche al di fuori degli Usa (per via dei dazi su materie prime e prodotti finiti).
Il prezzo delle materie prime incide però in modo variabile sul prezzo di un farmaco: molto di più sui generici (che hanno costi molto bassi e margini di profitto ridotti) ma molto meno su quelli innovativi, il cui prezzo (spesso molto elevato) è svincolato dai fattori produttivi. Difficile fare previsioni, ma non è impossibile che l’esborso che le aziende italiane ed europee.
Fonte Altroconsumo.it

